L’idiosincrasia degli inglesi verso l’acqua tiepida

Qualche settimana fa sono stato a Londra. In Inghilterra ci ero già stato due volte da ragazzo e anche allora notai un’insensatezza difficile da spiegare. Ritornandoci, dal limbo dei ricordi sepolti nel passato, me la sono vista ricomparire di fronte all’improvviso e in maniera inaspettata. Oggi però la faccenda mi appare molto più assurda rispetto ad allora, sia perché ho una diversa prospettiva delle cose, sia perché sono passati oltre 15 anni e l’Inghilterra è molto cambiata. La globalizzazione in definitiva ha accomunato molto più i costumi rispetto alla fine degli anni ’90. I costumi italiani, ad esempio, si sono modificati e internazionalizzati e anche l’Inghilterra in questo non ha fatto eccezione. Molte peculiarità e bizzarrie di ciascun paese si sono smussate, ma non per un imperativo all’uniformazione. Semplicemente perché soluzioni a problemi trovate in alcuni paesi, sono migliori rispetto a quelle trovate in altri. Con il mondo globale le soluzioni più comode si sono diffuse come il vento e hanno soppiantato il vecchiume tradizionale in cui erano intrappolati altri popoli. Voglio dire, la pizza è eccezionale come cena: quando non sai cosa mangiare o quando vuoi uscire senza spendere troppo è l’ideale. È buona e sazia a volontà e infatti si è diffusa in tutto il mondo. Allo stesso tempo, nel mondo globale sono ben lieto di poter scegliere di mangiare un kebab. Anche il kebab è succulento e molto gratificante, una vera manna dal cielo quando desideri qualcosa di veloce e saporito e non hai voglia di cucinare o sei in giro per strada. Il kebab appunto è un’ottima soluzione per una cena e si sta diffondendo sempre di più. Negli anni ’90 nella maggior parte d’Italia non c’era, ora c’è persino a Potenza.

 

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Ah, le bianche scogliere di Dover ove l’onda si infrange e bla, bla, bla… È dietro di esse gli inglesi custodiscono lo sbaglio ultimo della mente umana

 

La globalizzazione però nulla a quanto pare ha potuto contro questa autentica bizarria inglese. Il secondo incontro con essa avvenne quando tre anni fa un mio amico andò per tre mesi  ad Oxford per motivi di lavoro.  Fu una sua mail a farmi balenare come un fulmine dall’ippocampo alla corteccia frontale il ricordo di quella insensatezza made in England. Anche lui da acuto osservatore quale è, rimase interdetto di fronte alla totale sovversione delle leggi della logica cui poneva di fronte.

No, non si tratta di quella terribile ostinazione degli inglesi a guidare contro mano, che finisce per causare pericoli gravissimi per chi non abituato si arrischi nelle strade della perfida Albione – usanza questa invero perversa che costringe gli inglesi a scrivere negli attraversamenti pedonali da che lato guardare per aiutare i poveri pedoni stranieri a non essere travolti dal traffico.– Questa stravaganza non è poi così sensazionale e nulla è in confronto a quella a cui mi riferisco, non gela l’animo in chi si trova ad affrontarla. Una cosa così appariscente e pacchiana come la guida a sinistra non può sconvolgere più di tanto, è un’ostentazione retorica, al più un vezzo. Un tedesco può rimanere indignato del concetto di fila che ha un italiano, ma non può rimanerne sconvolto. Un europeo può rimanere incerto davanti a un peso in once, ma ciò non potrà mai scuotere il suo pensiero dalle fondamenta.

Questo invece è proprio ciò che accade quando ci si trova in un bagno inglese. Attenzione perché la faccenda non è così evidente, sembra una cosa da niente, eppure si insinua di soppiatto, scava nell’inconscio minando quello che è il senso della logica delle cose. Si è portati a pensare infatti che tutte le cose abbiano un loro senso o una loro logica, per quanto perversa o sbagliata essa sia. Tanto per capirci, stiamo distruggendo l’unico pianeta abitabile che conosciamo. Oggi lo sappiamo, ma andiamo avanti lo stesso. È sbagliato, è perverso, ma comunque c’è una logica dietro ed è quella del profitto. Il fatto che ci sia un qualche senso di fondo nelle cose è un assunto che ci portiamo dietro inconsciamente e che in qualche modo ci dà una fiducia nella possibilità di interpretare i fatti che vediamo.

I bagni inglesi tuttavia nascondono un orrore aberrante che fa eccezione a ciò. In essi vi si annida la subdola falla alla struttura che regge il mondo, lo sbaglio ultimo del creato, l’abiezione assoluta.

Sto parlando dell’angosciante rubinetto del lavandino

O meglio, dovrei dire “i rubinetti del lavandino”. Già, perché i lavandini inglesi hanno DUE rubinetti, ciascuno formato da un proprio erogatore d’acqua e da una propria manopola per regolare il getto. Naturalmente uno è per l’acqua calda, l’altro è per l’acqua fredda: l’orrore disvelato, l’angoscia, il sentire l’ordine delle cose sgretolarsi e scivolare verso il caos e la follia.

So che l’organizzazione di un lavabo inglese è difficile da comprendere (e anche da visualizzare), proprio per via della sua insensatezza, però è proprio così, come vi sembra vi aver capito e non volete accettare. A nord del canale della Manica, posti di fronte a un lavandino, voi avrete alla vostra destra un rubinetto dell’acqua fredda, costituito da un meccanismo per regolare il flusso e un proprio erogatore e avrete alla vostra sinistra, al lato opposto del lavandino, un rubinetto a sé stante per l’acqua calda, costituito da un meccanismo per regolare il flusso e un proprio erogatore. I due erogatori sono solitamente separati da una distanza intorno ai 10 cm.

 

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Un classico lavandino inglese con i rubinetti separati

 

A volte nella vita capita che certe cose lascino basiti, altre sconcertati, altre sconvolti, altre ancora scioccati. Questa no, questa dei rubinetti credo vada oltre. Mancano le parole per descrivere cosa si provi a lavarsi le mani o la faccia in un lavandino inglese,

alla tua destra acqua gelida sgorga limpida/ siccome limpida alla tua sinistra sgorga bollente.

No, nemmeno la poesia basta.

Puoi scegliere quindi! Puoi scegliere se congelarti le mani, se ustionartele o se sottoporle alla sauna finlandese. La religione anglicana, in quanto protestante, non prevede il libero arbitrio, il lavandino inglese sì. Quanto al lavarsi la faccia è possibile provare a raggiungere un certo compromesso ponendo le mani a coppa sotto ciascun rubinetto provando a raggiungere la temperatura desiderata, ma è un esercizio che richiede una certa pratica, specie se fatto la mattina appena svegli quando si è del tutto rintronati.

Questa cosa potrebbe sembrare un dettaglio rispetto alla guida a destra o alla carne pesata in libbre, ma non è così. Queste usanze in fondo per quanto bizzarre e appariscenti hanno un loro senso, una loro logica, per quanto magari antiquata. Le unità di misura o il senso di marcia dopotutto sono una convenzione. È accaduto che il resto del mondo scegliesse l’opposto degli inglesi. Una casualità. Gli inglesi per abitudine l’hanno trasformata in una convenzione e finanche in un tratto distintivo, da ostentare con impudenza.

Questa dei lavandini no, questa non me la spiego. Non è una cosa evidente, è una cosa subdola, devi farci mente locale. E quando lo fai, la sua più totale e completa insensatezza balza agli occhi e ti lascia smarrito. Come può essere? Come può uno essere così genio da disgiungere i rubinetti dell’acqua calda e fredda? Come possono esserci sulla terra 70 milioni di persone che lo fanno? Come è possibile che questo paese sia la capitale finanziaria del mondo? Come è possibile che 70 milioni di persone debbano decidere diverse volte al giorno se ustionarsi le mani, gelarle o fargli la sauna finlandese?

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Lavandino inglese di chiara fattura moderna. La loro cocciuta ostinazione è disarmante

 

Anni fa i bidet in Italia erano diversi. L’acqua scorreva in dei canaletti al di sotto del bordo e usciva da dei buchini, da un lato l’acqua calda, dall’altro l’acqua fredda. Per lavarti dovevi tappare il bidet, riempirlo d’acqua cercando di raggiungere una temperatura accettabile e poi lavarti usando l’acqua raccolta. Da molti anni però la filosofia del bidet è radicalmente cambiata. Ora se vuoi puoi sempre tappare il bidet e riempirlo, di solito però si usa l’acqua corrente che esce con un getto direzionabile da un solo erogatore di cui puoi regolare la temperatura miscelando opportunamente acqua calda e acqua fredda. PERCHÉ GLI INGLESI IN 15 ANNI NON HANNO FATTO ALTRETTANTO CON I LORO LAVANDINI???

PERCHÉ?

A proposito del mio amico che era andato a Oxford, nella sua mail che definirei sconsolata mi scrisse che effettivamente dagli anni ’90 c’erano stati degli sviluppi: aveva trovato dei lavandini di nuova generazione presentavano finalmente un unico erogatore.

Ecco le sue parole

Tra tutte le altre cose divertenti, annovero che costoro hanno due dispensatori di acqua separati, uno per l’acqua calda e uno per la fredda. In alcuni casi, è possibile trovare un unico dispensatore, che è però suddiviso da un setto: dalla parte sinistra esce l’acqua calda, dalla destra quella fredda. Ultimo ritrovato della tecnologia è il dispensatore a tubi concentrici: dal tubo interno esce l’acqua fredda e da una corona cilindrica esterna quella calda (o viceversa, non ricordo).

Bisogna effettivamente essere perfidi per concepire tutto ciò!”

 

… ora non hai neanche più il libero arbitrio, mi verrebbe da dire, ora ti ustioni e congeli la mano contemporaneamente, non devi più scegliere.

A questo punto sorge spontanea una domanda: ma gli inglesi che problema hanno con il concetto di acqua tiepida? Che non ne siano a conoscenza?

Dio salvi la Regina…

… e noi dalla logica inglese.

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